Per
selezione artificiale si intende la scelta di esemplari animali o vegetali che
presentano determinate caratteristiche, per farli riprodurre in modo
controllato e ottenere un’accentuazione delle loro peculiarità. In questo modo
si ottengono organismi viventi sempre più adatti alle esigenze dell'uomo. Si possono produrre, ad esempio, piante con frutti sempre più grandi e colorati
o più adatti alla conservazione dei principi nutritivi molto tempo dopo la
raccolta; oppure, si possono selezionare bovini ad elevata produttività di
latte o di carne, galline che fanno molte uova e così via.
La selezione artificiale fu impiegata già in epoche
antiche, come dimostrano i dipinti trovati nelle tombe egizie, risalenti a
circa 4000 anni fa e raffiguranti incroci controllati fra cani. I metodi di
incrocio utilizzati nel mondo antico erano, tuttavia, basati su molteplici
incroci effettuati in modo casuale, fino a quando si otteneva un individuo con
le caratteristiche desiderate. Le numerose varietà ottenute con incroci
controllati, attualmente presenti, sono state ottenute solo dopo il XVI secolo.
Inoltre si è potuto procedere a una pianificazione degli incroci grazie
all’applicazione e all’utilizzo, sin dai primi anni del Novecento, delle leggi di Mendel sulla
trasmissione dei caratteri ereditari e al successivo sviluppo della genetica.
SELEZIONE DI
MASSA: usata prima del Novecento
Nel periodo
precedente alle scoperte del monaco austriaco Gregor Johann Mendel, gli allevatori
selezionavano da ciascuna generazione gli animali o le piante che mostravano
maggiormente le caratteristiche desiderate e li incrociavano tra loro. Questo
metodo, conosciuto come selezione di massa, benché abbia prodotto alcuni
risultati notevoli, presentava anche numerosi problemi: si trattava di un
processo lento e insicuro, che peraltro non garantiva il miglioramento dei
caratteri della specie, ma solo di isolati individui. Operando incroci
all'interno di piccole mandrie o greggi, nel caso di animali, o di piccole
coltivazioni, nel caso di piante, gli allevatori o i coltivatori talvolta
perdevano in una generazione quanto avevano guadagnato in molte generazioni
precedenti; insieme al miglioramento di un carattere, talvolta si assisteva al
peggioramento di altri. Specialmente negli incroci tra organismi vegetali, gli
ibridi, riproducendosi a loro volta, spesso non producevano successive
generazioni dotate delle caratteristiche di interesse, ma regredivano all'aspetto
di uno o dell'altro genitore. Il reincrocio, cioè l'incrocio tra un ibrido e
uno degli individui parentali, impiegato comunemente per fissare i caratteri
desiderati nella discendenza, produceva spesso organismi scarsamente fertili e
vigorosi.
SELEZIONE
GENETICA: usata in seguito alle leggi di Mendel
Con l'utilizzo del lavoro di Mendel e lo sviluppo della genetica, la selezione
artificiale ha assunto un carattere più scientifico, rigoroso e prevedibile.
Gli studi di Mendel dimostrano che i caratteri ereditari sono trasmessi come
unità discrete (oggi chiamate geni) e non si mescolano nelle generazioni
successive, né vengono eliminati da altri caratteri. In sostanza, le leggi di
Mendel insegnano che dall'analisi dei risultati di un incrocio è possibile
prevedere quali tipi di discendenza compariranno nella generazione successiva e
in quali proporzioni. Sebbene Mendel avesse lavorato su caratteri semplici e
qualitativi, i genetisti del XX secolo hanno dimostrato che anche la
trasmissione dei caratteri quantitativi può essere spiegata con la combinazione
di più fattori mendeliani. Inoltre, con l'introduzione di metodi statistici, i
moderni sistemi di incrocio hanno portato a notevoli miglioramenti in una
grande varietà di organismi di importanza agricola.
Nonostante
tutte queste innovazioni, tuttavia, alcuni metodi di base, come la scelta di
genitori con caratteri desiderabili e la selezione di individui particolari
dalla discendenza ottenuta, sono rimasti gli stessi dal XVIII secolo a oggi.
LEGGE DELLA DOMINANZA:
LEGGE DELLA SEGREGAZIONE DEGLI
IBRIDI:
LEGGE DELL’INDIPENDENZA DEI
CARATTERI:
LA DOMINANZA INCOMPLETA:
LA RIVOLUZIONE VERDE
La selezione artificiale di
animali e piante compiuta negli ultimi due secoli ha notevolmente migliorato i
prodotti agricoli e, di conseguenza, l'approvvigionamento alimentare del
pianeta. Soprattutto a partire dalla rivoluzione industriale, sia in Europa sia
negli Stati Uniti la riproduzione controllata delle specie animali e vegetali
si è effettuata in modo sempre più sistematico e su larga scala a causa della
domanda crescente di alimenti e prodotti agricoli da parte della popolazione
urbana in espansione. Nel XX secolo, l'incremento della popolazione mondiale ha
portato a un'ulteriore crescita della produzione agricola, ottenuta grazie alla
cosiddetta 'rivoluzione verde', un progetto internazionale, su grande scala,
che nella seconda metà del secolo, tra il 1950 e il 1975 ha portato alla
creazione di varietà di colture ad alta produttività (grano, riso, mais),
adatte specialmente ai paesi in via di sviluppo con popolazioni in rapido
aumento. Le rese del frumento, ad esempio,
passarono da 0,9 tonnellate per ettaro con le varietà tradizionali a
4-4.5 nel 1954 fino a 6 tonnellate per ettaro nel 1964. Spesso, tuttavia, le
colture ottenute dalla rivoluzione verde richiedevano per il proprio
mantenimento fertilizzanti chimici e
pesticidi molto inquinanti e costosi sistemi di irrigazione. Più efficienti, in questo senso,
sembrano essere le moderne tecniche di ingegneria genetica (delle quali
tratterò in seguito), che permettono di trasferire geni, e quindi caratteri, da
una varietà o da una specie a un'altra, permettendo, così, di produrre varietà
vigorose ad alta produttività.
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