Desidero illustrarvi alcuni esempi sorprendenti di piante
geneticamente modificate.
GOLDEN RICE
Questo riso è geneticamente modificato per contenere un’alta
concentrazione di beta-carotene, che il nostro corpo converte in vitamina A. Il
beta-carotene conferisce al riso il colore giallo oro.
E’ così possibile arricchire di vitamina A la dieta delle
popolazioni che consumano molto riso, ma pochi altri alimenti, quindi carente
di vitamine (circa la metà della popolazione mondiale). La carenza di vitamina
A provoca una malattia chiamata VAD (vitamin A deficiency) a causa della quale
ogni anno si verificano più di un milione di decessi infantili!
I “padri” di questo prodotto sono due scienziati: Ingo Potrykus e del Politecnico Federale di Zurigo e Peter Beyer della facoltà di
Biologia di Friburgo. Dopo anni di lavoro, nel gennaio del 2000, i due
scienziati pubblicarono i dati del Golden Rice su Science.
Il prodotto doveva ancora essere migliorato perché il
contenuto di beta-carotene non era molto elevato.
Nel 2005 nei laboratori della Syngenta venne creato il ‘Golden
Rice 2’, che produce 20 volte la provitamina A del riso d’oro originario.
La coltivazione di questo prodotto stenta a decollare per
motivi legali. Potrykus da anni sostiene un progetto per distribuire
gratuitamente il riso d’oro nei paesi in via di sviluppo, per garantire la
sussistenza ai piccoli agricoltori. Tuttavia è risultata forte la resistenza di
diverse aziende che avevano la proprietà intellettuale sul Golden Rice. Ottenere
queste concessioni non è stato sempre facile, ma pare che a partire dal
prossimo anno (2014) la coltivazione di questo riso possa essere effettuata liberamente
in alcuni paesi, come le Filippine e il Bangladesh.
MAIS BT
Le coltivazioni di mais sono spesso colpite da un insetto
temutissimo: la piralide (Ostrinia nubilalis). La larva di questa farfalla
causa infatti, nei soli Stati Uniti e Canada, danni per miliardi di dollari
ogni anno.
Nel Mais Bt è stato inserito un gene estratto dal Bacillus thuringiensis (per questo detto
Bt) per produrre una proteina tossica
per questi insetti, la Cry 1Ab. Questa proteina danneggia l’apparato digerente
delle larve della piralide causandone la morte. Non risulta invece tossica per
l’uomo e per gli animali da allevamento. La coltivazione di questo mais
permette di evitare l’uso degli insetticidi, con un notevole risparmio per gli
agricoltori e la diminuzione dell’inquinamento ambientale che l’uso di tali
prodotti provoca.
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