Inizialmente
l'uomo ha proceduto allo sfruttamento della natura attraverso la raccolta di
tuberi, radici, bacche, frutti, semi e anche resti di animali morti, poi
gradualmente ha sviluppato tecniche di caccia e di pesca. E’ soltanto durante
il breve periodo neolitico che, in diverse aree, spesso del tutto
indipendenti tra loro, è stata realizzata la domesticazione della maggior parte
degli animali e delle piante che sono arrivati fino ai nostri giorni.
La
domesticazione rappresenta una notevole trasformazione nei rapporti tra l’uomo
e gli altri organismi viventi perché si passa da uno sfruttamento a senso unico
(predazione) ad una relazione di simbiosi dove anche le altre specie hanno dei
vantaggi.
Tengo a
precisare che l'uomo non è l'unico animale a tenere alle proprie dipendenze
altri esseri viventi: alcuni insetti che vivono in società (formiche, termiti)
sembrano tenere a loro disposizione funghi saprofiti e afidi, dai quali
prelevano le secrezioni zuccherine; certe puzzole conservano in vita delle rane
azzoppate, che non sono in condizioni di scappare, come carne di riserva.
Piante e
animali sono stati domesticati pressappoco contemporaneamente, in regioni nelle
quali le specie autoctone erano numerose, dove cominciava a manifestarsi un
aumento demografico, l'ambiente era per lo più caldo e umido, con stagioni
nettamente differenziate, influenzate dall'altitudine o dalle inondazioni:
foreste di latifoglie fruttificanti (faggine, ghiande, nespole, castagne, mele,
etc.), steppe a graminacee e delta di zone temperate o mediterranee.
Le scelte
iniziali che hanno portato alla domesticazione di alcune specie
La scelta
delle specie vegetali da coltivare è stata prevalentemente determinata dalla
loro capacità nutrizionale: quelle provviste di abbondanti riserve di amido,
zuccheri, cellulosa, materie grasse, in grado di fornire lipidi o glucidi (e
perfino protidi).
Gli esempi
più significativi sono i diversi tipi di mais, riso o frumento che, selezionati
nel corso dei millenni, hanno portato a un incremento delle loro riserve di
amido.
E’ curioso
sapere che alcune specie inizialmente vennero coltivate per particolari
caratteristiche e solo successivamente sfruttate per altri scopi: il melone,
per esempio, è stato inizialmente selezionato per i suoi semi oleaginosi e solo
in seguito per i suoi dolci frutti; lo stesso per il lino e la canapa, la cui
utilizzazione in campo tessile è avvenuta soltanto in un secondo tempo; il
banano, caratterizzato da un rizoma con proprietà nutritive, soltanto in
seguito ad un'ibridazione casuale ha dato vita alla forma sterile che oggi
conosciamo, con frutti commestibili e saporiti. Anche il caffè non è stato
sempre e dovunque utilizzato per i suoi semi tostati: si conosce anche
l’utilizzo dei suoi frutti, bolliti e schiacciati nel burro! Fiori come il
crisantemo vengono mangiati in Cina, mentre sono utilizzati come piante
ornamentali in Occidente. Quanto ai cereali, soltanto in via subordinata hanno
fornito piante foraggere o bevande alcoliche.
In seguito
gli uomini hanno iniziato a coltivare piante aromatiche e per condimento,
ortaggi, erbe medicinali, piante che forniscono fibre e sostanze coloranti,
piante foraggere per il bestiame, o ancora 'di lusso', come canne da zucchero,
caffè, cacao, vaniglia, caucciù, china, fino alle piante ornamentali, ai fiori
o alle piante per prodotti di profumeria.
Mentre le
piante coltivate dall’uomo sono molto numerose, il piccolo numero di animali
che noi consideriamo a prima vista come domestici, sono generalmente
polivalenti, vale a dire che forniscono contemporaneamente numerosi prodotti,
non necessariamente utili, ma che hanno attirato l'attenzione dell'uomo e lo
hanno indotto a continuare la domesticazione, eventualmente con metodi diversi:
per esempio il coniglio viene allevato in alcuni casi per la pelliccia, in
altri per la carne o ancora come animale da compagnia; i bovini sono allevati
per la carne, la pelle, il latte o sfruttati per il lavoro nei campi. L'animale
domesticato da maggior tempo, il più polivalente, è il cane (i resti ritrovati
in Asia Minore o in India dai 10.000 ai 12.000 anni a.C. possono essere
attribuiti al cane delle torbiere o allo sciacallo dorato). Fin dall'inizio è
stato compagno di mensa, di caccia o di gioco, guardiano del campo, del gregge
e della dimora; e così si sono rapidamente sviluppate diverse razze.
L'antico
Egitto conosceva già bassotti, levrieri, pastori. Aristotele conta otto tipi di
cani diversi, ad esempio cani da guerra e cani da attacco. È probabilmente nel
Medioevo che fa la sua comparsa il cane di Sant'Uberto (prima razza 'creata'
dall'uomo); alla fine del Medioevo si sviluppano delle razze nane di cani,
adorati dai loro padroni, inutili e destinati a restare in casa; a partire dal
XVIII secolo si assiste alla moltiplicazione delle innumerevoli razze di cani
da caccia, del pastore tedesco, del Dobermann, del pechinese e dei cani da
compagnia.
Piante domesticate nel mondo
PIANTE
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PERIODO
|
AREA
|
grano, orzo, piselli, olivo
|
8.500 a.C.
|
Vicino Oriente
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riso, miglio
|
prima del 7.500 a. C.
|
Cina
|
mais, fagioli, zucca
|
prima del 3.500 a.C.
|
America centrale
|
patata, manioca
|
prima del 3.500 a.C.
|
Ande, Amazzonia
|
girasole, chenopodio
|
2.500 a. C.
|
USA orientali
|
sorgo, riso africano
|
prima del 5.000 a.C.
|
Sahel
|
igname- palma
|
prima del 3.000 a.C.
|
Africa equatoriale occidentale
|
caffè, teff
|
non noto
|
Etiopia
|
canna da zucchero , banana
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7.000 a.C.
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Nuova Guinea
|
papavero, avena
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6000-3.500 a.C.
|
Europa centrale e occidentale
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Animali domesticati nel mondo
SPECIE
|
PERIODO
|
AREA
|
Cane
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10.000 a.C.
|
Asia Sudoccidentale, Cina, Nord America
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Pecora
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8.000 a.C.
|
Asia Sudoccidentale
|
Capra
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8.000 a.C.
|
Asia Sudoccidentale
|
Maiale, baco da seta
|
8.000 a.C.
|
Cina, Asia Sudoccidentale
|
Asino, gatto
|
6.000 a.C.
|
Egitto
|
Successivamente
a questa prima serie di specie allevate o coltivate, nuove varietà furono
create attraverso la selezione artificiale o gli incroci, per aumentare
la produttività o migliorare alcune caratteristiche, come la docilità nei
confronti dell’uomo.
Un caso
estremamente significativo è quello degli incroci incessanti cui sono stati
sottoposti i bachi da seta, per selezionare quelli usciti dai bozzoli migliori.
Ci sono voluti ben cinque millenni prima che fosse possibile ottenere quella
seta lunga e fine prodotta da bruchi divenuti inadatti a qualsiasi altra
funzione, persino a spostarsi senza l'aiuto dell'uomo verso le foglie fresche,
che devono quindi venire colte per essere offerte alla loro voracità.